Poco lontano dalla Chiesa parrocchiale da cui deriva
il toponimo sono stati segnalati pavimenti a mattonelle
esagonali di età romana. Il Crespellani riporta
una notizia relativa al rinvenimento di tombe costruite
in ciottolato a secco, vandalizzate dagli scopritori,
forse riferibili alla prima età del ferro. Del
sepolcreto faceva parte una tomba, probabilmente del
tipo a pozzetto rivestita di ciottoli, contenente, oltre
all'ossario, anche ossa di animali ed un corno di bue
giovane. Della suppellettile funeraria avrebbero fatto
parte anche due oggetti in bronzo conservati al Museo
Civico Archeologico di Modena: una fibula e un bottone.
Altre testimonianze riportano il nucleo a un'origine
molto antica.
Ora
il complesso presenta la Chiesa parrocchiale e un complesso
edilizio ampio, assai articolato e frutto di successive
edificazioni disposte a formare due corti, una aperta
ed una chiusa. Di esso fa parte anche il campanile.
Si
accede alla corte interna attraverso un portale formato
da grossi blocchi di pietra e a fianco del quale è
stato posto un concio in arenaria con feritoia orizzontale
e fori circolari proveniente da un'altra parte del fabbricato.
Degne
di nota sono una testa maschile ed una femminile, entrambe
con copricapo, posizionate entro nicchie ricavate sulla
parete di un fabbricato, all'interno della corte. Su
un lato dello stesso edificio è presente un cordolo
di colombaia in arenaria, decorato finemente. Sull'altro
lato della corte si trova un edificio che presenta ampi
ambienti interni con alta copertura a botte, adibiti
a cantina per la lavorazione delle uve provenienti dalla
vicina campagna che in passato era coltivata a vite.
Si
trova lungo il sentiero 450.
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